21 Agosto 2019
Da quando sono state possibili le prime registrazioni in Giamaica sia cantanti che i musicisti hanno unito le loro forze. Con questo in mente, martedì sera nel Main Stage il Rototom ha presentato a tre gruppi unici dell’isola, nel frattempo in altre zone dell’area concerti suonavano i contagiosi ritmi afro-latini.
Il roots reggae degli anni ’70 è stato rappresentato dal duo rasta Israel Vibration. Skelly e Wiss hanno unito le loro voci per esibire il loro ampio catalogo musicale, accompagnati dal leggendario gruppo di studio The Roots Radics, con Flabba Holt al basso e Dwight Pinkney e Steve Golding alle chitarre. È stato bello sentire classici come Why Worry e Same Song, insieme a canzoni più moderne come Surfin’, mentre il pubblico ha cantato, commosso e applaudito a gradimento.
Più tardi, abbiamo assistito a un aspetto molto diverso del reggae grazie dalla popolarissima band californiana, Slightly Stoopid. Nel Rototom per la prima volta, la sua visione divertente, vivace e ritmata del reggae ha preso il posto occupato da The Selecter la scorsa notte.
Alla Dub Academy ci aspettavano vibrazioni molto più potenti. Il tradizionale “sound roots” italiano, 48 Roots, è rimasto fedele al suo stile, con alcune produzioni di Lee Perry dei Wailers, Enos McLeod e The Mighty Diamonds e originali di Michael Rose. In precedenza, nel Sinai Sound System proveniente da Sheffield, in Inghilterra, lo specialista africano del dub Jacin ha suonato le sue ultime produzioni.
Le casse della Dub Accademy lasciano il posto a quelle della maribula, con un salto nel passato dato nel Main Stage. Il gruppo di mento i The Jolly Boys ci hanno deliziato con questo stile, precursore del reggae e dello ska, senza mostrare alcun segno di voler smettere. Durante il loro spettacolo, sono rimasti fedeli a classi del mento come Hold Him Joe piuttosto che alle versioni come quella di Iggy Pop The Passenger e di Bobby Fuller I Fought The Law. Prima della loro esibizione, hanno tenuto un discorso alla Reggae University sulla loro capacità di adattamento in tutti questi anni, cambiando formazione e stile.
L’ultimo dei gruppi giamaicani che si è esibito martedì sul Main Stage è stata la moderna dinastia reggae, Morgan Heritage. I fratelli Gramps, Mojo e Peetah hanno esibito i pezzi principali del loro album del 2015 vincitore del Grammy Strictly Roots, seguita da grandi classici come Don’t Haffi Dread e Down By The River, passando attraverso lo stile più attuale del loro nuovo album Loyalty. Il figlio di Mojo, Esh, e il figlio di Gramps, Jemere, sono stati presentati sul palco come “la nuova generazione”. Sebbene l’ospite più sorprendente sia stato l’headliner di mercoledì nel Lion Stage, Stonebwoy. La famiglia ha continuato la tendenza di questa edizione del Rototom di ripresentare grandi star giamaicane, offrendo tra i migliori spettacoli fino ad oggi.
Un cugino stretto dello ska, del reggae e del mento è la cumbia colombiana, che dopo la mezzanotte suonava con il suo stile sinuoso e sincopato, lasciando i suoi fan senza sapere da dove cominciare. Il DJ italiano Cumbia Rey e il sassofonista Kiko Nunez hanno suonato al Caribbean Uptempo, mentre nel Lion Stage, il collettivo italiano Instituto Italiano Di Cumbia All Stars, si è esibito con un set completo di musicisti e ballerini carichi di energie.
Il non convenzionale gruppo francese Stand High Patrol ci ha trasportato con la sua atmosfera unica, accompagnata da una leggera pioggia. Al microfono, la cantante italiana e MC Marina P, con la sua voce eterea e sensuale sui suoni delle basi, sembrava un incrocio tra reggae anni ’90 ed elettronica ambientale come quella dell’artista Lamb. La musica dal tocco più giamaicano dominava l’area della Dancehall. Il leggendario sound system Stone Love, ha presentato il suo solito mix di singolari dubplates, classici e scelte eclettiche.
Dopo la super sessione di ska e rocksteady di lunedì abbiamo avuto l’opportunità di riceverlo nella Reggae University martedì pomeriggio, per parlare della storia di Trojan Records, parliamo del soundman inglese dai caratteristici guanti bianchi, Gladdy Wax, tornato alla Caribbean Uptempo. Durante l’omaggio a Trojan è stato accompagnato dal membro e scrittore della Reggae University David Katz, insieme a un altro selector londinese altamente qualificato, Mistah Brown. La mitica impronta britannica era la ricetta perfetta per concludere la festa prima dell’alba.
Angus Taylor