13 Agosto 2017
La celebrazione della cultura africana garantita dalla presenza della figlia d’arte Nkulee Dube al suo debutto al festival nel decennale della scomparsa del padre Lucky.

Benicassim, 2017-08-12. Twinkle Brothers (Main Stage). Photo by: Luca Valenta © Rototom Sunsplash 2017.
La festa numero uno della ventiquattresima edizione del Rototom Sunsplash ha celebrato la forza immortale del roots reggae e le radici africane della nosta musica e dell’intera umanità con quattro shows molto diversi tra loro ma di grande effetto. Incominciamo parlando delle due immense reggae bands in cartellone che hanno affontato il Main Stage con approcci quasi opposti. Ai giamaicani trapiantati a Londra Twinkle Brothers la considerevole responsabilità di aprire il festival ed i fratelli Grant hanno centrato l’obiettivo con l’essenzialità di un’ora piena di emozioni al ritmo dei loro ritmi steppers: l’inizio con ‘Jah Kingdom come’ e la scaletta composta di classici come ‘Jahovia’, ‘Faith can move mountains’, ‘Never get burn’, una velocissima versione di ‘Praise his name’ e ‘Free Africa’ con la batteria a trainare il basso di Dub Judah e la chitarra di Black Steel in furiose virate al dub. L’attitudine ‘old style’ è stata sottolineata dalla volontà di Norman Grant di ricordare che pochi giorni fa questa cruciale band ha raggiunto il traguardo dei cinquatacinque anni di attività senza mai discostarsi dalla carica spirituale del più puro roots reggae.

Benicassim, 2017-08-12. Steel Pulse (Main Stage). Photo by: Luca Valenta © Rototom Sunsplash 2017.
Dallo ‘stile antico’ di Twinkle Brothers ad una versione molto moderna e potente di Steel Pulse, la band di Birmingham che in più di quaranta anni di attività è diventata un emblema del roots reggae internazionale. Ancora memori del successo del tour che ha celebrato il loro primo disco ‘Handsworth revolution’, Steel Pulse hanno offerto una scaletta ricca di perle del loro vecchio repertorio come per esempio ‘Macka splaff’, ‘Babylon makes the rules’, ‘Bodyguard’ e ‘Soldiers’ con le sonorità rese solenni dalla sontuosità delle due tastiere e da un approccio chitarristico quasi rock. Dietro la grande padronanza del frontman David Hinds con un look caratterizzato da occhiali da sole con montatura bianca abbiamo assistito ad una prova di affiatamento dei musicisti veramente impressionante. Memorabili le rese di ‘Don’t shoot’ dedicata alla memoria del diciottenne Michael Brown ucciso brutalmente dalla polizia americana nel 2014 ed una ‘Black & proud’ addirittura a riprendere il ritmo del classico Studio One ‘Real rock’.

Benicassim, 2017-08-12. Nkulee Dube (Main Stage). Photo by: Carlo Crippa © Rototom Sunsplash 2017.
Il momento di connessione con l’Africa è stata l’esibizione tra roots reggae e languidezza soul di Nkulee Dube, giovane figlia del compianto eroe del reggae africano Lucky Dube: nella sua esibizione Nkulee ha dimostrato grande maturità ed il miglior modo di preservare la memoria paterna attraverso la sua musica. Oltre a riferimenti alla musica di Lucky chi vi scrive ha avvertito a tratti l’influenza di Marcia Griffiths nelle melodie di questa giovane sudafricana che ha davanti a se un radioso avvenire.
La sferzata della serata è arrivata con la rumba catalana dei barcellonesi La Pegatina che hanno sottoposto il pubblico del festival ai loro tiratissimi ritmi ed ad una grande carica e voglia di far festa: l’energia degli otto barcellonesi tra patchanka, rumba e ska è stata sottolineata dalle loro scenografie arricchite dal lancio di fuochi d’artificio e da un suggestivo sparo di coriandoli finale durante l’uscita di scena della band.

Benicassim, 2017-08-12. La Pegatina (Main Stage). Photo by: Carlo Crippa © Rototom Sunsplash 2017.