22 Agosto 2018
Ed eccoci arrivati all’ultima notte di passione che chiuderà degnamente l’edizione 2018. Con il primo concerto andiamo all’epoca d’oro del roots giamaicano con le dolcissime armonie vocali dei Mighty Diamonds. Donald ‘Tabby’ Shaw, Fitzroy ‘Bunny’ Simpson e Lloyd ‘Judge Ferguson formarono il gruppo nel 1969 ed iniziarono a cercare fortuna registrando vari singoli fino alla partnership con Channel One che fruttò loro i primi grandi successi e la pubblicazione del primo album ‘Right time’. Gli ingredienti del suono Mighty Diamonds sono le armonie vocali chiaramente ispirate dalla tradizione soul U.S.A. ma trasportate nella ‘Rasta consciousness’ della musica giamaicana sospinta dal nuovo stile ritmico del ‘rockers style’. Dopo aver lasciato Channel One i Diamonds si accasano alla corte di Gussie Clarke per cui registrano nel 1981 ‘Pass the kutchie’, forse il loro brano più famoso ed un grande classico della musica giamaicana di tutti i tempi. Pur registrando con altri produttori e a volte dedicandosi all’autoproduzione, la partnership con Gussie Clarke li ha portati con buon successo fino agli anni novanta. Il loro concerto è una parata di hits lungo tutta la loro avvincente storia.
Dopo la leggenda torniamo alla Giamaica dei giorni d’oggi con DJ Konshens, accompagnato dalla band francese Dub Akom. Dopo avere iniziato la carriera in duo col fratello Delus come SoJah, Konshens si è dedicato alla carriera solista ottenendo grande successo sul mercato giapponese con il singolo ‘Pon di corner’ ed il primo album ‘ Real talk’. Il suo flow deciso e la sua versatilità lo hanno visto adattarsi a vari tipi di ritmi ma Konshens da il meglio su suoni moderni molto influenzati dalla black music statunitense. Uno dei suoi più grandi hits è ‘Good girl gone bad’ in combination con Tarrus Riley ed il fatto che questa sera i due dividano il palco ci fa ben sperare di sentirla eseguire in duo.
A seguire Koshens infatti arriva Tarrus Riley accompagnato come al solito dal sax del suo mentore Dean Fraser. Il grande talento al sax, la contagiosa passione con cui fa il suo lavoro, la superba capacità di arrangiare brani e di scoprire talenti fanno di Dean Fraser un elemento chiave nel passaggio dall’epoca storica degli anni settanta ed ottanta ai giorni nostri. Dean ha infatti scoperto Tarrus Riley, il figlio del grande cantante Jimmy Riley con cui ha talvolta duettato. L’atteggiamento genuino di questo artista, la sua grande abilità di autore e l’intelligenza delle sue liriche ne hanno fatto un beniamino di tutti in Giamaica. Ha letteralmente sfondato nel 2006 con l’album ‘Parables’ che contiene il mega-hit ‘She’s royal’, una ode a tutte le donne giamaicane. Nel suo ultimo album ‘Love situation’ ha tratto ispirazione dall’immortale epoca del rocksteady. A chiudere il festival rimaniamo ai Caraibi con i suoni cubani degli Orishas,, band hip hop formata nel 1999 con il nome di Amenaza, uno dei primi gruppi a trasporre la filosofia hip hop nell’isola della rivoluzione anche se la band vive e produce musica in Francia. Il sapiente uso dei ritmi della tradizione afro-cubana piuttosto inusuale per un gruppo hip hop cattura da subito il pubblico di tutto il mondo ed il loro debutto in CD ‘A lo cubano’ (2000) è un grandissimo successo. Sembra che anche Fidel Castro fosse un grande fan della band e li abbia incontrati in varie occasioni. Dopo un silenzio di dieci anni Orishas hanno pubblicato quest’anno il loro quinto lavoro ‘Gourmet’. L’ultima festa vede molta Italia sul Lion Stage con Train To Roots e Villa Ada Posse oltre ad Alika e Vanupiè,, alla Dancehall abbiamo l’incontro tra Freddie Krueger e ZJ Liquid, l’ultima notte alla Dub Academy vede il resident sound Blackboard Jungle accompagnato dalle voci di Barry Isaacs e Don Fe ed infine al Caribbean Uptempo abbiamo le sapienti selezioni del londinese Wassie One.