18 Agosto 2016
In un momento in cui il reggae sta diventando sempre più globale è assolutamente normale che in questa serata numero cinque del Rototom Sunsplash due gruppi cruciali per la storia del suono giamaicano dividano il palco con due eccellenti realtà del suono europeo attuale.
Abbiamo cominciato ancora alla luce del giorno con i leggendari Congos di Cedric Myton: a quasi quarant’anni dalla realizzazione del loro capolavoro ‘The heart of Congos’ prodotto da Lee Perry. Questo incredibile gruppo è passato attraverso varie disavventure fino ad arrivare ai nostri giorni con la suggestione delle armonie vocali pressoché intatta. Nel loro bellissimo concerto Cedric Myton canta da solista quasi tutte le canzoni fatta eccezione per un paio di numeri eseguiti da Ashanti Roy e per la cover di ‘Rainy night in Georgia’ di Brook Benton per la voce di Watty Burnett che nella sua versione giamaicana diventa ‘Rainy night in Portland’ (la regione del Portland è in effetti la più piovosa di tutta la Giamaica). Quello che conta però è che la magia delle voci dei quattro Congos abbiano rapito il pubblico del festival dal primissimo brano in scaletta fino alla conclusiva ‘Row fisherman’. L’energia di questi cantanti over 60 è stata assolutamente contagiosa anche nelle danze con cui hanno accompagnato la loro fantastica prestazione vocale mentre la band li seguiva in modo impeccabile.
Ancora più longevi sono gli Inner Circle di Ian e Roger Lewis: dalla tragica morte di Jacob Miller la band si è ripresa fino a inanellare i successi planetari di ‘Bad boys’ e ‘La la la la song’ negli anni novanta e proprio queste due canzoni scandiscono la fine di un concerto segnato da grande dinamismo e da tiratissimi ritmi e da un modo di intrattenere il pubblico molto statunitense (Inner Circle si sono trasferiti da tanto rempo a Miami). Tra grandi assoli di chitarra e grandiose manifestazioni di suono Inner Circle dedicano anche un momento speciale proprio alla memoria di Jacob con grandi versioni di ‘Forward Jah Children’, ‘A chapter a day’ e ‘Temenent yard’, quest’ultima anche eseguita con le nuove liriche di Chronixx.
Tra Congos ed Inner Circle l’energia si è impennata con il debutto al Sunsplash dei britannici Gentleman’s Dub Club, una formazione che mischia il roots reggae con i ritmi techno e con l’elettronica ed ama esibirsi in una divisa in camicia e cravatta che fa assomigliare i suoi membri a degli agenti di borsa di Wall Street in libera uscita. Lo scatenato cantante solista Jonathan Scractchley si scatena ai potenti ritmi ed ai fantastici giri di fiati della sua band e diffonde subito una enorme energia nel pubblico che lo ricambia prontamente con danze e varie ovazioni. Ad un certo punto porta anche in scena una enorme bandiera dell’unione europea evidemente per far capire in modo ironico al pubblico che i Gents (così sono chiamati affettuosamente dal loro pubblico) sono decisamente contro il voto della loro nazione a proposito di Brexit. La massive del Rototom percepisce la grande energia e premia decisamente la band di Leeds promossa sul campo alla loro prima esibizione qui a Benicassim.
La chiusura della serata vede la definitiva consacrazione dei francesi Dub Inc. sul nostro palco grazie ad una intensissima prestazione paragonabile sicuramente ai migliori altri live di quest’anno come per esempio Alborosie e Damian Marley. L’accoglienza del pubblico ci fa pensare che questa band abbia un grande seguito anche fuori dalla Francia anche se in effetti il contingente transalpino al Sunsplash è numerosissimo. I due vocalists Komlan e Boucklour sono in grande forma e la band fornisce il giusto propellente sonoro alla loro energia mentre ad un certo punto anche Skarra Mucci si unisce a loro per la combination presente sul loro recente ‘They want’ riddim’. La prestazione dei Dub Inc. e l’acccoglienza del pubblico ci fa pensare che il miglior reggae europeo non ha nulla da invidiare alla sua controparte giamaicana attuale.