17 Agosto 2018
Una prima notte intensa nel 25º Rototom Sunsplash dove si sono incontrate le tradizioni popolari giamaicane con quelle americane. L’artista principale del Main Stage, Ben Harper, ha seguito senza problemi le consolidate leggende giamaicane del reggae, Julian Marley e Cocoa Tea, cosi come la sensazionale adolescente Koffee.
Tutti i figli di Bob Marley portano l’impronta del padre nella loro voce, anche se la musica di Julian, nato in Inghilterra, si è mantenuta tra le più roots durante tutta la sua carriera. Vestito con una camicia rossa e dei blue jeans, l’artista rastafari ha esibito un mix del suo repertorio con quello del padre, accompagnato da una banda dove risaltavano le note del basso di Stone, membro dei Dubtonic Kru. Il pubblico sembrava soddisfatto allo stesso modo cantando pezzi come Natural Mystic, Exodus e One Love e ballando al ritmo di Sharp As A Razor, Boom Draw e dei nuovi pezzi Broken Sails e Coolin ‘in Jamaica del suo prossimo album Just As I Am.
Gli omaggi a Bob continuano con “il bassino di Clarendon”, Cocoa Tea, che comincia il suo spettacolo con Rastaman Chant e senza cambiare tematica presenta una serie di produzioni proprie come Feel The Power, Rastaman e Poverty Line. La sua formazione nell’ambiente sound system lo ha aiutato a fare di Informer una improvvisazione dedicata al 25º anniversario del Rototom, chiamandolo “the best festival deh bout yah”, concerto seguito da un pubblico molto animato.
Dopo aver reso omaggio al suo predecessore, arriva il momento di elogiare al futuro con il suo nuovo single Medical Marijuana. In seguito invita l’artista spagnola Inés Pardo a unirsi nel palcoscenico per cantare Fire, pezzo registrato sul riddim Murder She Wrote, prodotto dagli headliner di questo venerdi, Sly and Robbie. Finalmente lascia il passo alla “prossima sensazionale artista giamaicana” chiamata Koffee, che con soli 18 anni è stata incredibilmente ricevuta dal pubblico, grazie alla suo flow e alla sua voce straordinaria, cantando successi come Raggamuffin e Burning.
La musica dell’ultimo artista della notte del Main Stage, Ben Harper, attraversa il blues, il folk, il gospel, il rock e il soul, tutti elementi che si riflettono nel reggae, uno stile che chiaramente adora. Intervallando tra chitarra acustica, elettrica e lap steel, il set si è basato principalmente nel suo acclamatissimo album pubblicato nel 1995, Fight For Your Mind, alternato con altri pezzi del suo repertorio.
Oppression, Excuse Me Mr e When The People Lead, accompagnati dalla potente percussione di Leon Mobley, sono risultate canzoni impattanti considerando il clima politico attuale. Canzoni come Jah Work e My Own Two Hands che dimostrano la sua devozione alla musica giamaicana, come il pezzo Burn One Down e la sua affinità con Redemption Song.
Harper parla dell’amore di suo padre Leonard per il reggae e di come gli sarebbe piaciuto essere stato presente. Non ci sono state altre versioni reggae, non è stato necessario dopo tutte quelle suonate da Julian e Cocoa Tea. La musica politicamente cosciente di Ben, allo stesso tempo timorosa di Dio, in cui une la coscienza sociale con il giudizio divino, si è adattata perfettamente con quello che si è visto in precedenza.
Angus Taylor