
Benicassim, 2017-08-17. Black Roots (Main Stage). Photo by: Edmundo Mercier © Rototom Sunsplash 2017.
La
serata numero sei prima del grande weekend ha visto in scena una escalation di reggae music fino al sentito tributo alla musica di
Bob Marley dei
Wailers, la band protagonista dell’ avventura degli anni settanta che rese il reggae immortale. L’apertura ha visto in scena gli storici
Black Roots da Bristol. Dopo un temporaneo scioglimento questa band formata nel 1979 è tornata in scena ed è attualmente attivissima: gli otto elementi prendono posto sul palco e notiamo la presenza di una ottima sezione fiati. Black Roots partono con la loro idea di
roots music che sa essere al contempo militante ma anche carezzevole grazie a
bellissime armonie vocali.
A vecchi cavalli di battaglia degli anni ottanta si affiancano i bei brani del loro ultimo riuscitissimo album ‘Son of a man’ con i classici ritmi steppers della tradizione inglese. I due cantanti non si risparmiano e contribuiscono alla grande alla riuscita di uno show che dimostra che anche se non famosi come Aswad e Steel Pulse, Black Roots non sono assolutamente da meno. Dopo Black Roots la sezione ritmica dei Mellow Mood prende posto sul palco per fornire il propellente sonoro a Hempress Sativa, giovane cantante giamaicana che ha debuttato di recente con l’album ‘Unconquerebel’.

Benicassim, 2017-08-17. Hempress Sativa (Main Stage). Photo by: Carlo Crippa © Rototom Sunsplash 2017.
Al suo debutto al festival
Sativa non appare per nulla intimidita dalla folla e dall’importanza di questo show ed inizia con
grande determinazione ad affermare la sua fede Rastafari ed a dispiegare il suo
dirompente stile vocale sui potentissimi ritmi suonati dal trio di musicisti italiani. Per un’oretta scarsa le atmosfere familiari al pubblico della Dub Academy si spostano sul Main Stage: Sativa è veramente
elegante e principesca ed alterna brani di grande militanza ad altri in cui esterna la sua passione per la sound system music possibilmente suonata con i vinili nello stile originale caro agli appassionati di cultura della musica giamaicana. Il momento più riuscito del suo show è sicuramente ‘Boom’, traccia tra l’altro prodotta da
Paolo Baldini, l’engineer che in questo momento sta dosando i suoni del concerto e che resta al suo posto con l’entrata in scena dei due gemelli dei
Mellow Mood.

Benicassim, 2017-08-17. Mellow Mood (Main Stage). Photo by: Luca d’Agostino © Rototom Sunsplash 2017.
Chi vi scrive condivide la nazionalità con questi giovani ma già affermati ragazzi italiani e non nasconde quindi il suo orgoglio per la grande maturità di Lorenzo, Jacob e compagni e per il
grande successo ottenuto grazie al duro lavoro di questi ultimi anni. La loro energia si abbatte come un tornado di positività sul pubblico e l’essenzialità della parte musicale fa risaltare al meglio la loro
carica a livello vocale. In ‘Inna Jamaica pt.2’ ai gemelli terribili si aggiungono sul palco di nuovo Hempress Sativa e l’amico
Forelock e nonostante siano i brani del loro ultimo album ‘2 the world’ è comunque un brano molto significativo del loro repertorio iniziale come ‘Dance inna Babylon’ che ha il compito di lasciare al pubblico l’ultima impressione di quella che è diventata
una delle migliori bands europee.
A questo punto è la mistica naturale della musica di Bob Marley a diffondersi nell’area del Main Stage: dei Wailers originali restano il leggendario bassista Aston ‘Familyman’ Barrett visibilmente provato da problemi di salute ed il chitarrista solista Junior Murvin ma i restanti posti della band sono presi da musicisti giovani tra cui segnaliamo il figlio di Familyman Aston Jr. alla batteria. La linea di basso del Fender Precision di Familyman è l’asse portante del suono della band e la scaletta riporta la magia della musica del personaggio che più di ogni altro ha influenzato in attitudine questo festival fino al trionfo finale di una ‘Could you be loved’ ballata veramente da tutti.
Pier Tosi

Benicassim, 2017-08-17. Backstage (Main Stage). Photo by: Carlo Crippa © Rototom Sunsplash 2017.