22 Agosto 2019
Giusto dopo pranzo. Per accompagnare il caffè, come vuole la tradizione africana. Un momento di incontro, per conoscere e condividere. La tradizione della parola e di riunirsi tra di noi. Così lo spiega lo scrittore e attivista Mamadou Dia nell’African Village. Il pubblico della 26° edizione del Rototom Sunsplash si siede sotto la tenda colorata di questo pezzetto di Africa nel festival reggae di Benicàssim. Si sta prendendo questo particolare caffè africano assieme a Lucía Asué Mbomio Rubio (giornalista e ricercatrice), Moha Gerehou (giornalista digitale e community manager), Thimbo Samb (attore, youtuber) e Desirée Bela Lobedde (comunicatrice e attivista) per parlare sulla dignità afro. Di come si organizzano le piattaforme e i social network per raccontare la realtà: che non esiste un’Europa magnifica, né un’Africa mala, come spiega Lucía. L’eliminazione dei palazzi di cristallo e l’importanza di visibilizzare referenti.
Mentre, nel mar Mediterraneo, più di 130 persone aspettano da più di 15 giorni che qualche governo gli dia un porto sicuro. Un appello di emergenza alla solidarietà con quelle persone che scappano dalle loro case, che abbandonano tutto in cerca di una terra senza guerra nella quale poter ricominciare. Tuttavia, continuano a navigare alla deriva, sopravvivendo grazie alla squadra di Opena Arms. Macaco, durante il suo concerto, ricorda l’incredibile coraggio di questo gruppo di soccorritori che si dedica a salvare vite nel Mediterraneo. Di fronte a lui e al Main Stage, migliaia di persone cantano con lui per queste anime coraggiose.
Decine di persone prendono parte alla manifestazione organizzata da Fridays For Future, un campanello d’allarme per il cambiamento climatico: “Ora speriamo che avrà anche un impatto all’esterno”, spiega Pablo González, volontario del movimento giovanile per il clima. “Siamo qui per dar consapevolezza, c’è una parte della popolazione mondiale che non conosce la realtà. Il messaggio più importante è che i cambiamenti climatici devono essere fermati. Abbiamo meno tempo di quanto pensiamo.”. “Che i governi e i mercati capiscano che la popolazione non starà ferma a guardare“, spiega Grian A. Cutanda, che assiste al Rototom come rappresentante di Extinction Rebellion Spagna e Granada, “ci ribelliamo per chiedere che agiscano subito”. Li potremo incontrare, con Fridays For Future e Greenpeace, nell’area No Profit, divulgando l’”atto di disobbedienza organizzato per il 7 ottobre a Madrid” e anche nel Social Forum con Tatiana Nuño Martínez (attivista di Greenpeace), che fa un appello in difesa dell’ambiente: “Tutto quello che non s’inizia a decidere contribuirà al disastro. Le persone devono capire che stiamo parlando di qualcosa molto grave”.
Movimenti sociali che guardano al futuro, pensando al presente ma senza dimenticare il passato. Esempi come la campagna antirazzista #WeAreMore, presentata al festival; o il dibattito Women for future al Social Forum, dove sarà possibile conoscere un nuovo modo di intendere l’attivismo per il cambiamento climatico attraverso l’uguaglianza di genere: l’ecofemminismo; poter ascoltare in prima persona l’attivista indigena Sonia Guajajara, sul problema della distruzione dell’Amazzonia.
Il Rototom non solo usa la musica per diffondere un messaggio di pace e solidarietà, ma diventa anche una vetrina per questo tipo d’iniziative, e per molte altre, che possono far conoscere il loro lavoro. Un punto d’incontro per parlare di femminismo, ambiente, antirazzismo, economia, sostenibilità, ecc. Un posto per non dimenticare l’identità dell’Africa, quello che succede nei nostri mari e che è arrivato il momento di Stand up for Earth: “Solo i due minuti di venerdì 16 sul palco principale per convocare il pubblico alla manifestazione globale di Extinction Rebellion e lo sciopero di Fridays For Future a settembre, sono stati molto importanti per noi e hanno fatto in modo che sia valsa la pena venire al Rototom “, confessa Grian, “ciò di cui abbiamo bisogno non è la speranza, è il coraggio”, come disse Kate Marvel (NASA) “.
Asun Pérez