18 Agosto 2018
Il festival entra nel weekend con una serata che mette insieme la storia del suono giamaicano, il suo presente, la sensualità della dancehall iberica ed il reggae che ha chiuso il cerchio tornando nella terra natia ad esprimere il desiderio di rivalsa della povera gente africana.
Il primo capitolo di stasera vede in scena i mitici Skatalites, e cioè la versione odierna della più importante ska band attiva solamente dal 1963 al 1965 ma assolutamente decisiva per gli sviluppi futuri della musica giamaicana. Dopo i primordi con i musicisti giamaicani che ricreavano il rhythm & blues statunitense ad uso e consumo dei selecters dei primi sound systems e del pubblico delle prime dancehalls a Western Kingston, una squadra di jazzisti straordinari come Tommy McCook, Roland Alphonso y Don Drummond, tra gli altri si è riunita dando la svolta allo sviluppo dello ska originale, il primo genere moderno della musica giamaicana dove la matrice jazzistica si è unita ad un modo unico di esprimere in chiave ritmica la matrice africana. Se nel 1965 gli Skatalites si erano già sciolti il seme da loro gettato aveva decisamente la forza per sviluppare il rocksteady ed in seguito il reggae. Dopo varie riformazioni e scioglimenti gli Skatalites sono arrivati fino al 2018 come ambasciatori mondiali delle origini della musica giamaicana: li accompagneranno insieme le voci di Doreen Shaefer e del leggendario Derrick Morgan ed il trombone di Vin Gordon.
Dopo di loro sarà la volta del debutto sul Main Stage della star della dancehall spagnola Bad Gyal. Il suo vero nome è Alba Farelo, ha solo ventuno anni ma si è già esibita in Islanda, a Los Angeles ed in Giappone ed ha al suo attivo il mixtape ‘Slow wine’ e l’album ‘World wide angel’. Il suo stile è in bilico tra trap, dancehall e reggaeton su cui si esprime in inglese, spagnolo e catalano.
Dopo di lei torna al festival il super-energetico Romain Virgo: stiamo parlando di uno dei più importanti cantanti della nuova generazione, rivelatosi come vincitore nel 2006 del contest televisivo Digicel Rising Stars. Tutti gli appassionati di reggae ricordano la sua progressione incredibile di grandi singoli come ‘Love doctor’, ‘my cyaan sleep’ e ‘I wanna go home’ ed il suo debutto omonimo del 2010. Il 2018 è un anno di svolta per Romain con l’uscita del suo terzo lavoro ‘Lovesick’ arrivato addirittura al primo posto delle classifiche di settore statunitensi.
Ed è con un altro ritorno al festival che si chiude la serata ma questa volta il suono giamaicano si avviluppa strettamente alle sue radici africane con la militanza dell’ivoriano Tiken Jah Fakoly. Chi lo ha già visto in scena non può dimenticare la carica della sua band, i suoi costumi africani ed il modo in cui le sue movenze quasi ipnotizzano il pubblico. Le influenze del conterraneo Alpha Blondy giocano un ruolo chiave nella sua formazione e la consacrazione a star arriva per Tiken Jah nel 1996 con la durissima invettiva contro la corruzione in Africa di ‘Mangercratie’. Le sue dure parole gli causano problemi in patria e nel 2003 deve stabilirsi in esilio a Bamako in Mali. Le sue dure critiche al presidente Abdoulaye Wade lo rendono ‘persona non grata’ in Senegal nel 2007. Nel suo ultimo lavoro ‘Racines’ questo grande artista riscopre la ricchezza della tradizione musicale ivoriana unendola al suono in levare.
La musica dal vivo dello Showcase Stage vede in azione Hi Shine Ladies, General Roots, la britannica figlia d’arte Hollie Cook e Laguna Pai La notte del sabato vede poi momenti irripetibili come la reunion di pionieri della dancehall europea come i tedeschi Pow Pow e gli italiani One Love Hi Powa, il leggendario Jah Shaka alla Dub Academy e le soprendenti selezioni di Gladdy Wax nella Jamaican Uptempo.