15 Agosto 2017

Benicassim, 2017-08-15. La diplomacia africana en la resolucion de conflictos – dialogo con el premio Nobel de la Paz 2015 (Foro Social). Photo by: Luca d’Agostino © Rototom Sunsplash 2017.
Dialogo e consenso, queste sono state le due parole più usate dal premio Nobel per la Pace 2015, Mohamed Ben Cheik. Le due parole più ripetute, e le uniche due che possono risolvere qualsiasi conflitto. E di questo si parla nel Social Forum del Rototom Sunsplash nel suo #celebratingafrica.
Mohamed Ben Cheik ha offerto un’analisi completa e contestualizzata dei conflitti in Tunisia, e di come il dialogo sia diventato l’unica via per la risoluzione. Fin dalle prime manifestazioni pacifiche, in cui i tunisini decisero di occupare le strade per esprimere il loro disaccordo in maniera non violenta: “Sì, il popolo aspira ad essere libero, il destino gli deve dare retta”, ha esclamato Mohamed Ben Cheik. Proteste pacifiche che, nel caso della Tunisia, sono sfociate nella comparsa di una costituzione e di un governo rappresentativo e, dunque, una via verso una democrazia reale. La continua instabilità e le violazioni contro i diritti umani hanno acceso la miccia in un popolo che decise di passare all’azione attraverso la parola. Fino a convertirsi nel germe della Primavera Araba: “La Tunisia è il riflesso di speranza di tutti quei luoghi dove predomina la violenza quando si cerca di rispondere”:
Il proposito era di garantire “un’uscita al blocco istituzionale” e ci sono riusciti attraverso la creazione di un progetto comune, il Quartetto Nazionale del Dialogo Tunisino. Il segreto risiede nel “trovare nuove metodologie nella gestione per guadagnarsi il consenso di diversi partiti e correnti”, spiega il Premio Nobel per la Pace, “il Quartetto è la prova tangibile di come il dialogo sia uno strumento utile”.
Insieme a Mohamed Ben Cheik troviamo Itziar Ruíz-Arrieta, che fa un’ampia panoramica sulle primavere arabe e punta l’attenzione sull’Africa, e la luce che diffonde il continente nonostante vengano rappresentante solo le negatività: “l’Africa è stata un modello di gestione, su cosa fare contro le violazioni dei diritti umani”. La luce è la lotta, sebbene questa luce a volte abbia le sue ombre: “l’Africa è uno degli esempi più significativi di come le politiche siano di vantaggio solo ad un gruppo di pochi”, contestualizza Itziar Ruíz-Arrieta.

Benicassim, 2017-08-15. La diplomacia africana en la resolucion de conflictos – dialogo con el premio Nobel de la Paz 2015 (Foro Social). Photo by: Luca d’Agostino © Rototom Sunsplash 2017.
Conflitti che molte volte ci arrivano in maniera sfalsata, che raccontano unicamente una parte della storia. Un punto di vista. “Ci hanno detto che le guerre in Africa avevano a che fare con l’avarizia”, denuncia Itziar. Serve un cambio di sguardo per poter capire questa resistenza contro le élite, per sapere come riuscire a cambiarlo attraverso la lotta politica, storica, culturale e sociale. “Dobbiamo cambiare l’idea che l’Africa è un luogo di sola tristezza”, così si evidenziava anche nel Social Forum ne Le Afriche dell’Africa con Youssou NDOUR e Yoahnnes Tilahun, intervistati da Boniface Ofogo.
“Wake up good morning this is Africa calling” canta Youssou NDOUR in un Social Forum che vuole ricordare che l’Africa è piena di colori. Tanto Yohannes Tilahun come Youssou NDOUR sottolineano la necessità di tornare a mostrare il prestigio, di raccontare altre storie, punti di vista: “Dateci la possibilità e venite a farci visita, vedrete la realtà con i vostri stessi occhi e la potrete raccontare anche ad altre persone”. Raccontarla, in così tanti modi come farà il Rototom Sunsplash nel 2018, portando una parte dell’essenza e della filosofia del festival fino in Etiopia.