18 Agosto 2018
Inizio bagnato del secondo giorno di festival. Quando l’inglese Alpheus e i madrilegni Mighty Megatons saltano sul palco, Giove Pluvio non ha ancora terminato il suo lavoro.
Il cantante giamaicano, cresciuto in Inghilterra, fa partire una serie di brani ska e rocksteady che han fatto dimenticare in un istante l’umido circostante e fatto ballare le massive accorse a divertirsi.
Lo show che è seguito è stato davvero speciale. Quattro musicisti donne, provenienti da paesi e culture diverse che, formando la band Ladama, han messo assieme una serie di sonorità che fondono assieme, soul, pop, cumbia colombiana, maracatu brasiliano, joropo venezuelano, contaminandosi con il crescere dei brani e costruendo un suono moderno che prende il nome di Pan-latinx.
E poi è arrivata Mo’Kalamity, con i Wizards. Un’artista che già da quasi 15 anni ha imposto un suo personalissimo stile. Si è presentata sul palco con una voce tanto soul quanto ipnotica, che ha catturato non solo il pubblico ma anche molti dei suoi colleghi con i quali collabora e suona. Un reggae roots militante e ribelle, cantato con il cuore. Il pubblico del Rototom ha risposto puntuale. In migliaia sono arrivati e si sono goduti pure l’extra time di forse il miglior show al Lion di questi primi due giorni.
Gradito il ritorno, ennesimo, al Rototom Sunsplash 25, dei Mediterranean Roots. La band Valenciana è venuta a presentare il nuovo lavoro pubblicato nel Gennaio 2018. Le influenze jazz mescolate a sonorità prettamente in levare continuano a segnare e a delineare la particolarità del suono della band. I nuovi brani sono molto orecchiabili ma in grado di soddisfare anche i palati più fini della gente del Rototom.
Il nascere del sole segna il tempo e scandisce l’orizzonte ogni mattina, in chiusura show al Lion Stage, il pubblico si allontana stanco ma sorridente, pronto per riposarsi e ripartire, domani, oggi è il giorno 3!.
Paul Stones