19 Agosto 2018
Siamo arrivati alla metà esatta del festival per un’altra serata di grandi emozioni. Peter Tosh è stato uno dei più grandi artisti della storia del reggae e l’amore da parte dei suoi fans in tutto il mondo è sicuramente dovuto oltre che alla sua personalità artistica anche alla sua intransigenza nella lotta contro le ingiustizie.
Peter ha pagato cara in più di una occasione la sua militanza tra arresti e botte subite dalla polizia giamaicana. Ha iniziato l’attività ai tempi dello ska al fianco di Bob Marley e Bunny Wailer nei Wailers ed ha poi proseguito con una straordinaria carriera solista fino alla sua prematura tragica scomparsa nel settembre del 1987. Molti tra i suoi classici album degli anni settanta non possono mancare in una collezione di dischi reggae degna di questo nome. L’apertura di questa serata sul Main Stage vede in scena un tributo a Peter Tosh con il personaggio che più di ogni altro ha portato avanti la sua lezione e cioè il figlio Andrew. I fratelli inglesi Mafia & Fluxi e la loro band forniranno il propellente sonoro ma c’è un altro grande ospite e cioè il tastierista Keith Sterling che girò il mondo con Peter negli anni settanta come membro della sua Word, Sound & Power.
Dopo questo tributo è la volta del ritorno al festival di uno dei più acclamati artisti reggae spagnoli: il vero nome di Morodo è Rubén David Morodo Ruiz ed è nato a Madrid il 1° dicembre 1979. I suoi inizi al tempo dell’adolescenza sono all’insegna dell’hip-hop e del ragga: come membro della OZM Posse poi ha modo di esibirsi in tutta la Spagna registrando anche alcuni demo-tapes ma il successo arriva nel 2004 discografico con il CD ‘Cosa que contarte’ che con le sue sedicimila copie vendute è uno dei più importanti dischi reggae spagnoli di quell’anno. Dal 2006 inizia ad esibirsi regolarmente all’estero in Olanda, Belgio, Portogallo e Germania ma la svolta è rappresentata dall’enorme successo dei suoi primi tours nei paesi di cultura spagnola in Sud America come Cile, Venezuela, Colombia e Panama. Altre ottime prove discografiche sono ‘Rebel Action’ e quello che a tutt’oggi è il suo ultimo lavoro e cioè ‘Reggae ambassador’.
Torniamo in Giamaica a questo punto con uno dei migliori artisti del reggae odierno soprattutto sotto il profilo delle liriche. La fama di ‘liricista provetto’ è attribuita a Kabaka Pyramid anche grazie all’attitudine dell’hip hop di cui è stato un grande fan sin da ragazzino e nella sua musica non disdegna di esprimersi in questo stile. Dopo aver registrato una grande quantità di singoli tra cui spicca l’invettiva contro la corruzione dei politici di ‘Well done’ Kabaka ha dato seguito quest’anno al suo primo album ‘Rebel music’ (2011) con ‘Kontraband’, uno dei migliori dischi giamaicani del 2018 anche grazie alle collaborazioni con Chronixx, Protoje, Akon e Damian Marley. A questo punto a chiudere la serata avremo uno dei vertici dell’edizione 2018. David Rodigan è uno dei più importanti reggae deejay di sempre grazie alla sua attività radiofonica ma anche ai numerosi sound clashes disputati e vinti contro le più prestigiose crews giamaicane. Dopo infinite esibizioni nella dancehall David salirà in trionfo addirittura sul Main Stage come maestro di cerimonie della sua Outlook Orchestra, una grande orchestra con ricche sezioni di archi e fiati che ci darà una particolare rilettura di svariati classici della storia della musica giamaicana da una prospettiva sicuramente inedita ed arricchiti dai racconti di David.
Il Lion Stage vede in scena gli spagnoli Biga Ranx ft. Atili e Skarra Mucci e la nuova sensazione inglese Rafeelya, la Dancehall Yard sarà incendiata da Coppershot e Jugglerz;, alla Dub Academy un classico del suono dub elettronico come Vibronics ed infine alla Caribbean Uptempo sarà la volta di Artical Ranx e Caribbean Uptempo Crew con Magoo Brixton MC.